FedArt: architetto/artista, diplomata al Primo Liceo Artistico di Torino e laureata in Architettura al Politecnico di Torino, coltiva la sua passione per l'arte e l'architettura ogni giorno attraverso il lavoro e la personale produzione artistica.

Alla base delle sue realizzazioni è il richiamo al classicismo tradotto con una nuova interpretazione del movimento scultoreo unito al colore, alla pittura.

All’amore per la figura umana e le forme sinuose, si unisce un taglio più razionale ed equilibrato che nasce probabilmente dal suo percorso di studi in architettura: come gli elementi strutturali di un edificio così nelle sue opere questi elementi si traducono in volumi, in pieni e vuoti, rappresentando delle vere e proprie architetture (la figura umana, rappresentata come uomo e architettura allo stesso tempo). Si fondono così geometrie, linee e curve, architettura e arte, l’una in funzione dell’altra, rendendo quasi impossibile percepire dove finisce una e inizia l’altra.

Le sue prime esperienze espositive partono nel 2011, in diverse città d'Italia: Torino, Milano, Bologna, Treviso, Roma, Venezia, Modena, Pisa, Genova..

Inoltre realizza aerografie su qualsiasi superficie e loghi e grafiche di ogni genere, in questo blog ecco alcune creazioni..

Opera per concorso AOP Accademy_ "Transizione"_2013






Opera realizzata per il concorso d'arte AOP Accademy
Titolo: Transizione
Tecnica: tecnica mista, olio, acrilico su tela 90 x 30 cm con cornice, telo, pasta a base di gesso, carte e foglia oro


 “Se allarghiamo la visione all’orizzonte che , immenso e immobile, si estende al di là di noi, o se, al contrario, concentriamo il nostro sguardo sull’immagine che, minuscola e instabile, ci passa accanto, percepiremo cose molto diverse. L’immagine è lucciola delle intermittenze passeggere, l’orizzonte inonda di luce gli stati definitivi, i tempi immutabili del totalitarismo o i tempi finiti del Giudizio. Vedere l’orizzonte, l’al di là, significa non vedere le immagini che giungono a sfiorarci. Le piccole lucciole  danno forma e chiarore alla nostra fragile immanenza, i “feroci riflettori” della grande luce divorano ogni forma e ogni chiarore – ogni differenza – nella trascendenza dei fini ultimi. Concedere la nostra attenzione esclusiva all’orizzonte significa non essere in grado di guardare la più comune delle immagini. (...)“